Digitalizzazione e outsourcing: un movimento accelerato dalla crisi
Durante la prima metà del 2020 una delle maggiori sfide è stata la nuova organizzazione del lavoro e dei sistemi IT. La resilienza della catena del valore legata all'asset management durante il lockdown ha dimostrato la necessità del settore di una maggiore digitalizzazione, automazione dei processi e outsourcing.
L’industria dell’asset management ha dimostrato la propria resilienza alle numerose sfide emerse durante la prima metà del 2020. La diffusione del lavoro da remoto, l'esplosione dei volumi scambiati sui mercati e gli enormi movimenti di sottoscrizione/riscatto su fondi hanno messo alla prova le modalità di organizzazione del lavoro e i sistemi IT. In un sondaggio condotto questa estate da Societe Generale Securities Services, la stragrande maggioranza degli stakeholder si è detta soddisfatta della qualità del servizio offerto dai propri provider e della loro resilienza durante la crisi.
Gli studi attuali stanno prendendo velocità
Non vi è dubbio che questa crisi abbia accelerato gli studi attualmente in corso sulla trasformazione delle organizzazioni e dei loro modelli di business. Il mondo post-crisi è già qui e gli asset manager così come gli investitori istituzionali esprimono, in particolare, il desiderio di continuare la loro trasformazione e diversificazione. In un ambiente di forte concorrenza e prestazioni da potenziare, la ricerca dell'efficienza è fondamentale e li incoraggia a perseguire le loro iniziative di digitalizzazione e outsourcing per alcune attività non strategiche. Sulla base delle recenti esperienze, dalla nostra indagine emerge che le società a media capitalizzazione stanno aumentando il loro grado di specializzazione, concentrandosi su attività ad alto valore aggiunto e si stanno rivolgendo a partner forti in grado di supportarle nella loro trasformazione.
Pertanto, stanno cercando di delegare determinate funzioni a strutture che offrono loro massa critica, sistemi affidabili, economie di scala e comprovati piani di business continuity basati su infrastrutture tecnologiche leader di mercato. All'interno di molte organizzazioni, gli studi si concentrano sulla scelta tra investire per aggiornare i sistemi esistenti o investire nei servizi di outsourcing. Il tema del trading desk ne rappresenta un esempio: molti asset manager credono ancora che il trading degli ordini faccia parte del DNA di un asset manager. Tuttavia, le attività di gestione degli asset e di esecuzione degli ordini sono molto diverse, soprattutto quando la stragrande maggioranza dei volumi scambiati sui mercati regolamentati proviene dal market making e dal trading algoritmico. L'outsourcing dell’attività di negoziazione consente ai gestori di avvalersi delle competenze di professionisti del trading nelle migliori sedi di esecuzione con l’utilizzo di sistemi più efficienti.
Combinare le nostre offerte con quelle dei nostri partner ci rende più efficienti
Il “fai tutto da te” è un trend in calo e questo vale anche per gli investitori istituzionali, gli asset manager e per noi service provider. La richiesta di eccellenza, offerte complete e innovazione costante sta spingendo le nostre strutture a cercare soluzioni ottimali per i nostri clienti. La diversità delle esigenze espresse dai nostri clienti ci incoraggia a creare partnership per offrire nuovi servizi in modo più efficace. La combinazione delle nostre offerte con quelle dei nostri partner rende queste soluzioni congiunte molto più complete e resilienti. Due esempi sono MFEX, uno specialista nei servizi di Fund trading e nel calcolo delle retrocessioni, e Simcorp, con cui abbiamo collaborato nell’ambito della nostra offerta CrossWise (una soluzione front-to-back di gestione del portafoglio, desk di esecuzione e middle office) per offrire ai nostri clienti una gamma di servizi ancora più completa. Stiamo inoltre collaborando con aziende Fintech, che possono offrirci un servizio specializzato su segmenti molto specifici lungo la catena del valore, potenziando ulteriormente la nostra offerta digitale. È il caso, ad esempio, di Addventa, che automatizza la redazione di commenti sulla gestione del portafoglio in linguaggio naturale (NLP - Natural Language Processing), e di Epsor, provider di soluzioni per l’amministrazione e la gestione di piani di risparmio dei dipendenti, che ci consente di estendere la nostra gamma di servizi a nuovi player.
I tempi che abbiamo vissuto negli ultimi mesi hanno cambiato radicalmente il modo in cui organizziamo il nostro lavoro. Dobbiamo imparare da queste esperienze e continuare a digitalizzare, automatizzare i nostri processi e adattarci a nuovi modi di interagire con i nostri clienti. Il mondo digitale ci sta spingendo a mettere a disposizione dei nostri clienti un sistema di dati, in tempo reale e nelle forme più svariate: un unico portale cross-business, librerie di API, ecc. Attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali ci impegniamo a diventare ancora più efficienti nella nostra relazione cliente - fornitore. Ad esempio, ora usiamo comunemente firme elettroniche per tutti i tipi di contratti. Internamente, gli strumenti di intelligenza artificiale ci consentono di svolgere una serie di attività in minor tempo, automatizzando la lettura e la convalida di documenti KYC, contratti e prospetti di fondi. Allo stesso modo, l'uso diffuso di chatbot applicato a strumenti solitamente utilizzati per la comunicazione tra istituzioni finanziarie - come Symphony – ci consente di ottimizzare e migliorare l'esperienza digitale per i nostri clienti.
Queste iniziative sono dettate anche da un forte impegno nell'offrire soluzioni compatibili con l’evoluzione delle tecnologie e delle abitudini dei nostri clienti. Abbiamo implementato, ad esempio, un servizio di alert su mobile per informare i gestori sulle sottoscrizioni e sui rimborsi di importi rilevanti. Questo tipo di servizio ha lo scopo di dare ai nostri clienti un maggiore controllo, consentendo loro di personalizzare gli alerte ricevere solo le informazioni che ritengono importanti.
La particolare crisi che stiamo attraversando ci spinge ad adattare la nostra offerta di servizi alle nuove richieste dei nostri clienti e alla loro realtà finanziaria. La necessaria digitalizzazione di queste soluzioni è un acceleratore per la trasformazione del nostro settore e, al contempo, un segno della sua resilienza.
Intervista di Gautier Ripert, Chief Operating Officer di Carmignac, una delle principali società europee di asset management:
Gautier Ripert |
Secondo lei, quali sono oggi le aspettative di un asset manager in termini di outsourcing?
Per una società di gestione fondi, la decisione di esternalizzare soddisfa di solito due obiettivi: migliorare l'efficienza operativa e ridurre i costi. Tuttavia, oggi, l'utilizzo di un asset servicer dovrebbe consentire di fare un ulteriore passo in avanti, per beneficiare di nuovi servizi in un'ottica di disruption tecnologica. Quindici anni fa, la prima ondata di outsourcing ha riguardato le attività di middle office nella loro interezza. Più recentemente, l'approccio per l'asset manager si è evoluto per adattarsi alle offerte più standardizzate, ma anche più robuste ed efficienti, degli asset servicer e permettere loro di scalare la catena del valore allo scopo di offrire nuovi servizi, per esempio l'automazione di alcuni processi.
Questa valorizzazione dei servizi è tanto più virtuosa se l'asset servicer collabora con una piattaforma tecnologica (come un tool di position keeping e di inserimento ordini per il Front Office), con il fine di diventare la naturale estensione del gestore del fondo, garantendo continuità nell’attività ed eliminando i relativi rischi.
Quali sono le nuove funzioni rilevanti per l'outsourcing?
Io credo che lo sviluppo di servizi basati sui dati offra prospettive interessanti. L'asset servicer possiede molti dati provenienti dal gestore del fondo, come l’inventario dei portafogli e le transazioni e deve essere in grado di offrire al gestore nuovi servizi in termini di trading (front running, market abuse), compliance (KYC, ecc.), gestione del rischio di liquidità (con indicatori sulle attività e passività dei fondi), produzione di report personalizzati, ecc.
Come dovrebbero cambiare le modalità organizzative delle società di gestione fondi per supportare l'outsourcing?
Il controllo dell'outsourcing è fondamentale. Dobbiamo rimanere vigili, perché stiamo esternalizzando attività di cui rimaniamo responsabili. Gli eventi della prima metà del 2020 hanno dimostrato la forza del modello di outsourcing di Carmignac. Tuttavia, è essenziale verificare la solidità dei piani di business continuity, che devono essere ben documentati, perché abbiamo visto che non sono solo teorici e che alcuni sono stati attivati. Infine, per mantenere una struttura snella ed evitare di riprodurre i controlli già effettuati dall'asset servicer è importante interagire con quest’ultimo per ricevere i dati e gli esiti dei suoi controlli.