Il valore di un one-stop shop nel post trading per gli investitori istituzionali

01/04/2022

La diffusione, ormai preponderante, dei fondi di diritto estero e l’aumento degli investimenti in economia reale sono tra i fattori che impongono una serie di complessità e rafforza il ruolo di partner degli asset servicer. “Con un unico interlocutore si massimizza l’efficienza e cresce la possibilità di dare valore aggiunto”, afferma Marco Mosca, Head of Coverage, Marketing and Solutions di Societe Generale Securities Services in Italia.

Una tendenza ormai consolidata fino a diventare del tutto preponderante nel mercato italiano. L’ultima decade ha visto le masse distribuite dalle case digestione estere passare da valori trascurabili (meno del 5% nel 2003) a più del 40% del totale. Se inseriamo nel conteggio anche i fondi di diritto estero promossi da asset manageritaliani la percentuale di fondi esteri passa all’80%.

Questa grande accelerazione rappresenta solo uno degli elementi che rendono complesso da un punto di vista operativo l’efficientamento dell’offerta per ogni tipologia di investitore e da parte dei distributori.

“Più il contesto si complica, maggiore è l’esigenza degli operatori di avere processi amministrativi, di back e middle office, semplici e snelli”, afferma Marco Mosca, Head of Coverage, Marketing and Solutions di  Societe Generale Securities Services in Italia.  “La parte di operational due diligence si connette in maniera sempre più forte a quella di investment due diligence per creare efficienza con l’obiettivo di un costante miglioramento del rendimento finale. Da un lato perché in un contesto di tassi ancora ai minimi ogni basis point conta e dall’altro perché l’automazione permette di liberare risorse per l’attività core dello specialista degli investimenti, ossia l’asset allocation e la scelta degli strumenti attraverso cui costruire l’esposizione ai mercati”, prosegue Marco Mosca.

La corsa dei fondi esteri e il ruolo dell’asset servicer

Nel 2021 i fondi di diritto estero hanno raccolto quasi 60 miliardi di euro. Una quota di mercato assolutamente preponderante se consideriamo che i fondi di diritto italiano non arrivano a 6 miliardi di raccolta nello stesso arco temporale.

Il principale consumatore dei prodotti di diritto estero è l’investitore istituzionale. Secondo i dati Assogestioni circa il 90% dei fondi comuni presenti nel portafoglio dei fondi pensione è domiciliato all’estero, una percentuale che per le assicurazioni si attesta su valori di poco inferiori, all’87%.

Al canale istituzionale si affiancano quello retail, raggiunto attraverso le reti di consulenza, e quello wholesale. Quest’ultimo è cresciuto in modo significativo nel corso degli anni, arrivando oggi a valere circa l’11% delle masse totali dei fondi esteri.

Tipologie di investitori con bisogni complessi e variegati che in comune hanno, sottolinea Marco Mosca, la necessità di individuare metodi economicamente e operativamente efficienti per tutte le attività connesse all’approvvigionamento e gestione di fondi esteri, integrando il tutto nel business complessivo della società.

“Oggi una soluzione one-stop shop in grado di offrire un servizio davvero completo ad un investitore deve andare dalla custodia all’attività di soggetto incaricato dei pagamenti, passando per il settlement, la trasmissione ordini, fino ad arrivare all’attività di reportistica”, afferma Marco Mosca.

“Nel corso del 2021”, entra nel dettaglio, “abbiamo perfezionato la partnership con MFEX, (che nel mese di settembre è entrata a far parte del Gruppo Euroclear prendendo il nome di MFEX by Euroclear), per integrare ogni aspetto della distribuzione fondi nella nostra offerta a partire dalla scelta strategica di puntare alla creazione di un set completo di servizi che possa permettere ad ogni investitore istituzionale, a prescindere dalla natura e dalla dimensione, di trovare tutto ciò di cui ha bisogno in un’unica soluzione”.

A seguito dell’operazione, l’investitore attraverso un unico punto di ingresso avrà accesso ad oltre 950 asset manager che amministrano più di 90 000 fondi e potrà gestire aggiornamenti in tempo reale su transazioni, trasferimenti, flussi di cassa e operazioni, nonché, tra le varie funzionalità, accedere a soluzioni per l’analisi integrata dei dati e la fruibilità degli stessi tramite dashboard strutturate e personalizzate così come a servizi di compliance digitale.

“I vantaggi di un approccio olistico e unitario”, analizza inoltre l’esperto, “sono molto concreti anche in termini di conoscenza delle esigenze del cliente, analisi dati e reportistica”. “Aspetti questi particolarmente visibili se prendiamo ad esempio il caso di una banca che debba acquistare fondi esteri tanto per la propria rete di consulenza che per le gestioni patrimoniali, dove il bisogno di detenere titoli si affianca a quello dell’utilizzo di fondi comuni”, prosegue. “Avere costruito un’offerta che consente di dialogare su ogni aspetto dell’asset servicing crea una vera partnership con il cliente. Riusciamo in questo modo a offrire semplificazione, efficienza e client experience. Ma il valore aggiunto cresce se si considera che il nostro one-stop shop, attraverso l’integrazione cliente-fornitore, consente di cogliere le migliori opportunità di mercato secondo un approccio time to market” conclude Marco Mosca.

Articolo pubblicato su FocusRisparmio il 25 marzo 2022.